Lettera a tutti i soci del Presidente Gerardo Bianco

Lettera a tutti i soci del Presidente Gerardo Bianco

Lettera a tutti i soci del Presidente Gerardo Bianco

Pubblichiamo la lettera del Presidente On. Gerardo Bianco a tutti i soci dell'Associazione, contenente delle riflessioni sulla Riforma Costituzionale.
Questo il testo integrale:

"Cari colleghi e care colleghe, venerdì 9 novembre abbiamo presentato il volume Le Regioni dalla Costituente al nuovo Senato della Repubblica, a cura di Ginevra Cerrina Feroni e di Giovanni Tarli Barbieri, nella sede del Senato, in Santa Maria in Aquiro.

Il libro contiene gli Atti del Convegno di studi, promosso sul tema nel Novembre 2014, dall’Associazione ex Parlamentari della Toscana, in collaborazione con la Fondazione del Consiglio Regionale della Toscana.
L’incontro fu fortemente voluto e ben organizzato da Gianluca Cerrina Feroni e da Sergio Pezzati e vide un’ampia partecipazione con emeriti studiosi e avveduti politici.
La presentazione romana del volume voleva essere un omaggio ai nostri due valenti colleghi recentemente scomparsi, ma in particolre mirava a ribadire il metodo da noi seguito nella discussione sulla riforma costituzionale di entrare, appunto, nel merito delle questioni, argomentando e offrendo anche suggerimenti e soluzioni.
Ciò è avvenuto, per esempio, con le due audizioni svoltesi nelle Commissioni Affari Costituzionali del Senato e della Camera dei Deputati, dove abbiamo anche consegnato proposte di legge sul superamento del bicameralismo paritario presentate in precedenti legislature.

I testi, a nostro parere, risolvevano meglio sia il problema della elefantiasi numerica dei parlamentari, sia dei presunti ritardi nell’esame legislativo a causa della doppia lettura, sia il problema della stabilità dei Governi.
Anche su quest’ultimo punto esistono precedenti e puntuali proposte legislative che potrebbero essere prese in considerazione per sciogliere uno dei problemi più urgenti del nostro sistema democratico quello della governabilità, senza l’indebolimento del ruolo centrale del Parlamento, con la introduzione della “sfiducia costruttiva”.
Abbiamo, dunque, fatto la nostra parte anche se inascoltati.

L’Associazione non è stata silente sulla riforma; ha favorito soprattutto il dialogo senza univocità di orientamento, nel rispetto doveroso delle scelte di ciascuno, che sono diverse tra i soci, sollecitando, comunque, a non essere estranei al dibattito, poiché è nostro dovere, come detta lo Statuto, difendere la Costituzione e il Parlamento.
Abbiamo soprattutto cercato di ragionare, ma, sotto questo aspetto, dobbiamo dichiararci sconfitti, poiché è prevalsa la rissa che in queste ultime settimane è diventata perfino volgare, snaturando il senso della consultazione elettorale con la distorsione di pronunciamenti pro o contro il Governo.

Il 5 dicembre non ci saranno vincitori, qualunque sia il risultato. Un Paese frastornato e diviso da una riforma che dovrebbe unire non è un successo per alcuno.
Il nostro compito, per quanto siano limitate le nostre possibilità d’azione, dovrà essere quello di contribuire a rasserenare il clima per riprendere il discorso sulle riforme che resta, comunque, una questione irrisolta
poiché parzialmente affrontata e da revisionare.

Ritengo che una necessaria premessa per favorire un autentico spirito costituente sia fissare il principio che le “regole del gioco” vanno scelte insieme, e soprattutto che le regole vanno elaborate sulla base del principio aureo del “velo d’ignoranza” senza sapere, appunto, a chi possano giovare.
La commistione tra attività di governo e processo riformatore costituzionale è di per sé fuorviante.
La stessa libertà di voto, dato sul merito delle riforme nasce da una necessaria distinzione tra riforme, azione e durata dei governi. In parte, nel momento politico attuale, purtroppo, “il latte è stato rovesciato”. Toccherà anche a noi, dopo aver votato secondo il proprio orientamento e la propria coscienza per il bene del Paese, impegnarci a creare un clima decente per il futuro confronto politico.

Mi scuso se l’ho fatta troppo lunga, ma sono alla scadenza, e volevo dire qualcosa in più su questioni sulle quali chiedo le vostre considconsiderazioni.

In attesa, spero, di leggervi, vi invio un affettuoso saluto.
Gerardo Bianco"

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