Contenzioso Vitalizi - Gargani a Travaglio: "Non si dica il falso sulla sentenza UE!"

Contenzioso Vitalizi - Gargani a Travaglio: "Non si dica il falso sulla sentenza UE!"

Contenzioso Vitalizi – Gargani a Travaglio: “Non si dica il falso sulla sentenza UE!”

Pubblichiamo questa lettera dell’On. Giuseppe Gargani, Vice Presidente dell’Associazione Ex Parlamentari, a Marco Travaglio (nella foto), Direttore de “Il Fatto Quotidiano”

Caro direttore,
in riferimento all’articolo pubblicato oggi (22 ott 20, ndr) a firma Ilaria Proietti col titolo “Corte Europea ri-taglia i vitalizi agli eurodeputati italiani”, devo far rilevare che diversamente da quanto prospettato dalla giornalista, “Il Tribunale dichiara e stabilisce che i ricorsi sono respinti in quanto irricevibili” e ha statuito che il “Tribunale rimane incompetente a valutare direttamente la conformità del diritto italiano alla luce dei diritti fondamentali, e in particolare del diritto ad una tutela giurisdizionale effettiva”.
Il Tribunale aggiunge anche che “per quanto riguarda specificamente l’impossibilità per taluni ricorrenti di contestare la legittimità della deliberazione n. 14/2018 dinanzi al Consiglio di Giurisdizione della Camera dei Deputati, il tribunale rileva che tale ostacolo procedurale non deriva dal diritto dell’Unione, ma è inerente al diritto italiano.”
E ancora la sentenza precisa che il livello e le modalità di concessione delle pensioni dei parlamentari europei, dipendono dalle norme previste dal diritto italiano.
Resta veramente incomprensibile perché si debba alterare la verità che è completamente diversa da quella raccontata e sono egualmente incomprensibili le avvilenti dichiarazioni di vittoria da parte dei grillini a cominciare dal Presidente della Camera, Roberto Fico.
È appena il caso di ricordare che la sentenza della Commissione Contenziosa del Senato n.660 del 5 ottobre 2020 stabilisce gli stessi principi contenuti nella sentenza europea e cioè che “in linea di principio è legittimo, e di per sé non necessariamente irragionevole", che il “legislatore interno della Camera possa pervenire a modificazioni dei rapporti di durata anche sfavorevoli per il destinatario, finalizzate al conseguimento di un fine di pubblico interesse".
Ciò che non può essere cancellato è che la deliberazione n.6 del 2018 del Consiglio di Presidenza del Senato della Repubblica ha esorbitato dai limiti fissati dalla giurisprudenza costituzionale in ordine alla ragionevole incisione sui diritti in essere.
Insomma entrambi i “Tribunali”, cioè, ritengono che si possa fare tutto a norma di legge. L’importante è rispettare la Costituzione.

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