La Camera ha approvato ieri gli Ordini del giorno presentati dal M5S (2/26 Silvestri) e da FdI (2/53 Foti) che impegnano l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori a fare sì che resti in vigore la delibera 14/2018 sul ricalcolo retroattivo con metodo cosiddetto contributivo dei vitalizi maturati prima del 2012, nonostante sia tuttora pendente presso gli organi di autodichia un procedimento relativo proprio alla legittimità di quel provvedimento su richiesta di oltre 1.200 ricorrenti (provvedimento recentemente annullato dal Collegio di Garanzia del Senato nella versione fotocopia della delibera 6/2018). Entrambi gli Ordini del giorno, di cui riportiamo qui di seguito il testo finale, sono stati approvati a larga maggioranza, ma non all'unanimità (nella foto, il vicepresidente della Camera, on Giorgio Mulè, che ha presieduto la seduta di ieri, 02 agosto 2023):
-L'Odg 2/26 Silvestri ha ricevuto 254 voti a favore, 29 astenuti e 3 voti contrari. Qui di seguito il file con il dettaglio dei deputati partecipanti e del voto espresso nella votazione n. 4 sull'odg 2/26:
Votazione 4 - 226 - 02-08-2023
-L'Odg 2/53 Foti ha ricevuto 240 voti a favore, 24 astenuti e 5 voti contrari. Qui di seguito il file con il dettaglio dei deputati partecipanti e del voto espresso nella votazione n. 7 sull'odg 2/53:
Odg 2/26 SILVESTRI
La Camera,
premesso che:
sotto la Presidenza della Camera dei deputati della scorsa legislatura è stata tenacemente portata avanti la riforma del trattamento previdenziale dei deputati, meglio noto come assegno vitalizio, nell'intento di avvicinare la loro determinazione a quella prevista per cittadini, mitigando così una condizione di ingiustificato privilegio;
tale intento, come noto, ha condotto l'allora Ufficio di Presidenza ad approvare la deliberazione n. 14 del 2018, con cui è stata disposta la rideterminazione, secondo il metodo di calcolo contributivo, della misura degli assegni vitalizi, diretti e di reversibilità, e delle quote di assegno vitalizio dei trattamenti previdenziali pro rata, diretti e di reversibilità, relativi agli anni di mandato svolti fino al 31 dicembre 2011. A decorrere dal 1° gennaio 2019 è stato, conseguentemente, rideterminato l'importo degli assegni, con un intervento che, in prima applicazione, ha interessato circa 2.100 trattamenti previdenziali;
al fine di rendere maggiormente equa la predetta rideterminazione, l'articolo 1, commi da 7 a 7-octies, della deliberazione n. 14 del 2018, e successive modificazioni, ha anche previsto che l'Ufficio di Presidenza, su proposta del Collegio dei deputati Questori, possa incrementare, su domanda degli interessati, l'importo dell'assegno vitalizio rideterminato ai sensi della deliberazione stessa, al sussistere di determinati presupposti;
tra i presupposti che legittimano un incremento, rilevano solo quelli tipizzati dalla citata deliberazione (articolo 1, comma 7) afferenti a un particolare stato di salute o a una specifica condizione reddituale del titolare o dei familiari, tutti comunque da comprovare con relativa documentazione, e sottoposti all'accertamento e alla valutazione dell'Ufficio di Presidenza;
la nuova disciplina dei vitalizi vigente alla Camera, risulta dunque motivo di orgoglio per questo ramo del Parlamento nonché un importante traguardo di civiltà che ha scardinato un sistema definito di «casta» nel quale risultava marcatamente contrapposta la condizione dei rappresentanti politici con il resto della cittadinanza, soprattutto a seguito delle rigide riforme al sistema pensionistico degli ultimi decenni;
la Camera con questa deliberazione, oltre a far risparmiare allo Stato 40 milioni di euro annui, ha attenuato dunque un inevitabile risentimento sociale verso una classe politica che soprattutto a partire dal 2011 ha richiesto ai cittadini importanti sacrifici e non solo sotto il profilo previdenziale, senza limitare in alcun modo la propria condizione;
considerato che:
al Senato della Repubblica, tuttavia, si è registrato un deprecabile smantellamento dell'impianto della deliberazione del 16 ottobre che ha sancito, al pari della Camera, il taglio di questo odioso privilegio;
la restaurazione del vecchio sistema dei vitalizi oltre a far perdere risorse pubbliche, compromette il tentativo di avvicinare le Istituzioni ai cittadini, in un periodo storico in cui risulta tangibile la crisi della rappresentanza politica, come dimostra il significativo dato dell'astensionismo nelle ultime competizioni elettorali;
la soppressione del taglio dei vitalizi rappresenta un segnale assolutamente negativo in un Paese i cui cittadini stanno ancora subendo gli effetti devastanti di una pandemia e quelli collegati a un conflitto in corso in Ucraina che non accenna a placarsi e che comporta conseguenze tangibili nella vita economica e sociale del Paese,
invita, nell'ambito delle rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori
all'assunzione di una posizione ferma e rigorosa rispetto al mantenimento della deliberazione n. 14 del 2018, al fine di contrastare e di reagire ad ogni eventuale tentativo demolitorio, anche di carattere parziale.
9/Doc. VIII, n. 2/26. Francesco Silvestri, Baldino, Santillo, Fenu, Auriemma, Cappelletti, Morfino.
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Odg 2/53 FOTI
La Camera,
premesso che:
il conto consuntivo per l'anno 2022 e il bilancio di previsione della Camera per l'esercizio 2022, unitamente all'allegato bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025, rappresenta il primo documento di bilancio presentato in Assemblea nel corso della presente legislatura, la cui impostazione è volta a proseguire le politiche di stabilità della Camera, nel solco delle decisioni adottate dagli organi di direzione politica della scorsa legislatura, attraverso i positivi risultati che emergono dal conto consuntivo per il 2022;
nell'ambito del trattamento delle spese previdenziali, relativamente al trattamento dei deputati cessati dal mandato, il progetto di bilancio per l'anno finanziario 2023, deliberato dall'Ufficio di Presidenza, Doc. VIII n. 2, al capitolo 3000, dispone gli stanziamenti previsti della spesa, in termini di competenza e di cassa;
nelle scorse settimane, il Consiglio di Garanzia di secondo grado del Senato della Repubblica, ha deliberato la cancellazione del taglio dell'indennità di fine mandato spettante agli ex Senatori maturati prima dell'anno 2012, abrogando la delibera n. 6 del 2018 che ricalcolava le indennità di fine mandato degli ex parlamentari in base al sistema contributivo,
invita, per le rispettive competenze, il Collegio dei Questori e l'Ufficio di Presidenza
a mantenere per tutti i beneficiari, deputati ed ex deputati, la vigente normativa di calcolo su base contributiva, sulla base della delibera n. 14 adottata dall'Ufficio di Presidenza nella riunione del 12 luglio 2018 e successive modificazioni, con la quale si è proceduto alla rideterminazione, secondo il metodo di calcolo contributivo, della misura dell'indennità di fine mandato spettanti.
9/Doc. VIII, n. 2/53. Foti, Donzelli, Zucconi.