Alla lettera-diffida della nostra Associazione, il direttore de "La Notizia", Gaetano Pedullà, ha risposto facendo finta di non capire e accusandoci di volere mettere il "bavaglio" al suo giornale, attribuendoci richieste che non abbiamo mai avanzato. Tipico del voyerismo "anti-casta", che non rispetta le persone e le mette alla gogna, alla faccia di ogni regola e di ogni deontologia. Ti pigliano a legnate e se gridi ti accusano di minacce. Il presidente Antonello Falomi ha risposto a Pedullà con fermezza, ribadendo le nostre ragioni e chiudendo il discorso nell'unico modo possibile: per la tutela della nostra dignità e il rispetto delle regole ci rivolgeremo al Garante della privacy (foto del logo). La parola al giudice, insomma. Non c'è altro da aggiungere.
Ecco la lettera di Pedullà e la risposta di Falomi, datate 7 maggio, e, in coda, per documentazione, l'articolo sull'argomento apparso in data 8 maggio 2020, sul quotidiano "La Notizia":
Il giorno 7 mag 2020, ..., Gaetano Pedullà ha scritto:
Buonasera on. Falomi.
Ho ricevuto la sua lettera, che avrei tenuta riservata considerandola uno scherzo, visto che quanto da noi pubblicato è tratto da una sentenza (e non da atti istruttori) che lei sicuramente conosce benissimo.
E una sentenza è un atto pubblico, esattamente come sono pubblici i soldi di cui si discute ed è pubblico l’interesse sulla vicenda dei vitalizi degli ex parlamentari.
Vedo però che la lettera è pubblicata sul sito web della sua Associazione, e pertanto ne renderemo conto anche noi ai nostri lettori.
Nel respingere fermamente quanto da lei sostenuto in merito a inesistenti violazioni della privacy, ritengo del tutto infondata la sua diffida e non consentirò di mettere al mio giornale alcun bavaglio.
Le porgo i miei saluti.
Gaetano Pedullà
Direttore
Il giovedì 7 maggio 2020, Falomi Antonio, ha scritto:
A: Gaetano Pedullà
Le faccio presente che le sentenze sono consultabili alla condizione che venga omessa l’indicazione dei dati identificativi delle persone interessate. Negli articoli vi sono, inoltre, informazioni relative alle condizioni delle persone citate negli articoli che non sono contenute nelle sentenze.
Quanto al bavaglio, noi siamo l’unica categoria di cittadini “imbavagliati” visto che contro di noi si può dire di tutto e di più senza nemmeno avere la possibilità di replica.
Comunque, considerata la sua replica, chiederò al garante per la privacy di intervenire.
Le porgo i miei saluti
Antonello Falomi
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Ed ecco, l'articolo de "La Notizia" dell'8 maggio 2020 che commenta la diffida e ne pubblica il testo: