Guido Bodrato ci ha lasciato giovedì scorso, all'età di novanta anni. Era nato a Monteu Roero, il 27 marzo 1933 ed è morto a Chieri, l'8 giugno scorso. Esponente di spicco della Democrazia Cristiana, fu deputato per 7 legislature, dal 1968 al 1994, più volte ministro, alla Pubblica Istruzione, al Bilancio e all'Industria, tra il 1980 e il 1992, con Forlani, Spadolini, Fanfani e Andreotti, ed europarlamentare per una legislatura. Si era laureato a giurisprudenza a Torino e poi aveva sviluppato una speciale competenza in campo economico. Insieme a Carlo Donat-Cattin fu il leader della corrente democristiana Forze Nuove. Fu anche stretto collaboratore di Benigno Zaccagnini e fondatore (insieme a Martinazzoli, Galloni, Granelli, Elia e altri) dell'Area Zac.
Commissario della DC a Milano all'epoca della bufera di Tangentopoli, sostenne il rinnovamento voluto dalla segreteria Martinazzoli e appoggiò il passaggio al Partito Popolare Italiano.
Lo ricordiamo con questo affettuoso pensiero di Mario Tassone, vice-presidente della nostra Associazione:
In ricordo di Guido Bodrato
Domenica, 11 giugno 2023. Domani ci saranno i funerali di Guido Bodrato.
I democristiani di una antica stagione se ne stanno andando.
Un dolore diffuso, un pensiero carico di ricordi.
Ricordi belli di un tempo in cui le passioni, gli ideali davano senso al nostro presente e ci proiettavamo nel futuro.
Gli orizzonti si schiudevano attraverso le idee, la costruzione di progetti.
Ci sentivamo parte di un disegno che si arricchiva attraverso l’agire e la partecipazione: il superamento dell’Io e dell’auto referenzialità di una ideologia che non ammetteva il dissenso.
Guido Bodrato fu l’alfiere di una libertà vissuta e non declamata. Era rigoroso e non concedeva nulla sui riferimenti valoriali. I Suoi interventi nei Congressi e nei Consigli nazionali erano vivaci pregnanti di idee.
Non vi era traccia di comportamenti studiati ma spontanei.
La spontaneità della linearità di posizioni politiche e di convincimenti che non soggiacevano all’inganno dii condizionamenti opachi.
Si poteva essere d’accordo o meno con Guido, ma non si poteva non riconoscere l’onestà intellettuale, l’attaccamento al Partito.
Oggi la D..C. non esiste più.
Si è dissolta in tanti rigagnoli e dispersa nei derivati del PD. Guido Bodrato nell’intervista rilasciata a Maurizio Eufemi, l’ultima , il suo testamento, ha espresso grande sofferenza per la frana culturale dei tanti ex d.c.
Ecco, se questa sofferenza fosse avvertita oggi, anche in parte, da tutti noi che proveniamo da una comune esperienza, molto probabilmente potrebbe prendere vita un movimento di popolari e di cristiani democratici al servizio di un grande progetto, fuori dalla tentazione di essere ancillari a posizioni che storicamente non ci appartengono.
Un riscatto morale tra tanta aridità umana che ha stracciato le più esaltanti pagine della nostra Storia
Mario Tassone