
INTERVENTO a FIRENZE 28 marzo 2025
Convegno “ Costituzione, Parlamento, Democrazia”
Già altri lo hanno fatto, ma permette anche a me di esprimere un ringraziamento non formale agli organizzatori di questo che mi è parso un evento di grande significato e di valore assoluto. Grazie in particolare a Giovanni Bellini e all’associazione toscana degli ex parlamentari, grazie all’associazione consiglieri onorari sempre di questa splendida regione e grazie per il Patrocinio dato dall’Università degli studi di Firenze.
Grazie alle autorità tutte , agli oratori che ci hanno onorato con interventi e relazioni di altissimo profilo e non poteva mancare il ringraziamento a tutti i presenti e a chi ha seguito i nostri lavori.
Le mie, come potete ben immaginare non saranno conclusioni, la mia sarà una breve considerazione che intende essere anche riflessione per un convegno che dire interessante mi pare limitativo, soprattutto perché, non ricordo da quanto tempo non abbia assistito ad un confronto vero, privo di quella polemica quotidiana ed astiosa che sta contraddicendo l’attuale fase politica.
L’Associazione degli ex parlamentari è unitaria, apartitica, non apolitica ed ha come scopo principale quello che per statuto è il suo compito : tutelare, difendere, valorizzare quello che i costituenti indicarono come baluardo, strumento principe della democrazia rappresentativa: il Parlamento.
Cito a tal proposito il nostro Presidente Giuseppe Gargani “ I parlamentari hanno il dovere di rispettare il Parlamento, ma gli ex il compito specifico di difendere la Costituzione e il Parlamento. Ce lo impone lo Statuto, come pure gli statuti degli altri paesi europei. Avvertiamo come non mai, la crisi profonda del Parlamento che rischia di aggravarsi ulteriormente.
Uno dei problemi principali, ma che salta immediatamente agli occhi è dato dalla scarsa partecipazione al voto. Si sono recati a votare nell’ultima tornata elettorale meno della metà degli aventi diritto .
La crisi della rappresentanza evidenzia una preoccupante crisi della democrazia.
Vediamo tutti, nessuno escluso, neppure per i partiti che hanno soddisfacenti risultati elettorali, le loro difficoltà.
Sempre più assistiamo al fenomeno di partiti personali, a cui si aggiunge come aggravante una legge elettorale che assegna alle segreterie dei partiti il compito di decidere chi entra o meno in Parlamento. Liste bloccate in cui all’elettore è di fatto negato il diritto di scegliere chi è chiamato a rappresentarlo.
Si è creato un corto circuito rispetto al quale se non si apportano correttivi sarà sempre più alta la disaffezione al voto a e di fatto si aggrava la crisi della democrazia. E’ indispensabile dotarsi di un sistema elettorale che dia valore e significato al voto dell’elettore come espressione di una scelta.
Siamo oggi in presenza di proposte di Riforma della Costituzione rispetto alla quale l’associazione tutta in tutte le sue componenti, tenendo fede alle ragioni su cui è nata, ciòe la valorizzazione del Parlamento, si è interrogata e si interroga , se le proposte in atto tendono a sminuire o contribuire a valorizzare il Parlamento nella sua funzione essenziale, assegnatagli dalla Costituzione : organo costituzionale titolare della funzione legislativa a cui si accompagnano altre importanti funzioni che sono quelle di indirizzo politico e di controllo sull’attività del Governo.
A tal proposito mi sovviene una massima di Confucio al quale chiesero quale sarebbe statoil primo provvedimento che avrebbe presentato il giorno nel quale il Principe lo avesse chiamato ad un incarico di responsabilità.
“ RISTABILIRE IL NOME APPROPRIATO ALLE COSE”
Allora a me pare che rispetto al provvedimento che vuole intervenire sull’assetto istituzionale introducendo il Premierato è proprio corretto chiamarlo Riforma o sarebbe più appropriato vederlo come una controriforma?
Non mi pare un interrogativo banale.
Non siamo e non vogliamo essere u un partito politico, siamo un’associazione unitaria, variegata negli orientamenti e nelle culture politiche, per cui non ci accodiamo a nessuna forza o schieramento, non abbiamo preclusioni ideologiche; ma non possiamo essere silenti e indifferenti.
Le Costituzioni, ce lo ricorda in ogni occasione il prof. Cheli sono nate per unire e non per dividere. Che sia stato il Governo a proporre questa riforma o controriforma che dir si voglia a noi è apparsa una forzatura.
Esistono problemi di stabilità del Governo. Se ne discuta con l’avvertenza che a prevalere sarà sempre la politica, l’ingegneria istituzionale può favorire, accompagnare, stimolare ma non risolve il problema in maniera definitiva.
Si guardi oltre i nostri confini la Francia o la Germania e lo stato dei loro governi.
Tutto è più complicato di quanto si immagini.
Certo che si può intervenire sulla Costituzione ma ho già premesso “ a certe condizioni” in primis non dividere. La costituzione è materia delicata e va maneggiata con cura. /Ritornando sul rapporto governo parlamento, permettetemi di far osservare come un tema ricorrente quello dell’ostruzionismo a me fa sorridere ma anche con un senso di fastidio. Già oggi il regolamento Camera, tra l’altro voluto dall’allora presidente Violante, di fatto viene relegato più alla notizia che alla sostanza. Presidenza e capigruppo, a maggioranza, decidono i tempi per cui…si arriva persino in aula senza, in alcuni casi, avere neppure il parere della commissione di competenza.. o ancora i decreti oramai tutti o quasi, comunque in maggioranza vengono approvati con il voto di fiducia. Dal 2001 al 2022 i decreti approvati sono stati 553, approvati con fiducia 517. Quale dibattito, quale confronto, quale reciproco ascolto, quale ruolo del parlamentare…. Schiacciare il bottone per il voto. Considero il tutto piuttosto umiliante per i parlamentari in carica.
O ancora i decreti omnibus. Ho presente il milleproroghe che è diventato un treno ad alta velocità con carrozze di cui non se ne conosce più il numero e non si dica che c’è necessità e urgenza. L’introduzione in Costituzione del Premierato non ha eguali conosciuti, se non l’esperimento israeliano che poi è stato cassato.
Se l’obiettivo del governo è quello di rafforzare la stabilità del governo, renderne più efficace l’azione si deve puntare su un modello, al di là delle parole, di stampo presidenziale introducendo l’elezione diretta del primo ministro, il “Premierato” o ispirandoci ai principi inseriti in Costituzione sul rafforzamento e innovando la forma di governo Parlamentare?
A noi pare preferibile la seconda ipotesi.
Siamo profondamente convinti, che nella logica della separazione dei poteri debba esistere la supremazia del potere legislativo sul potere esecutivo, non viceversa.
L’investitura del primo ministro direttamente dal popolo confligge con questa che è molto più di una previsione.
Premierato e autonomia differenziata paiono essere quello che viene definito un “ collegato disposto”
Il tema della stabilità di governo, questione di grande rilevanza, può ed è possibile affrontarlo per altre vie, si pensi al tema della sfiducia costruttiva. E’ tema di discussione e approfondimento rilevante.
Non ultimo per rilevanza è la funzione assegnata al Capo dello Stato.
L’introduzione del premierato attiene anche ai poteri assegnati in Costituzione al Presidente della Repubblica al quale vengono tolte prerogative che attengono a quel principio dell’equilibrio tra i poteri che tanto impegnarono i costituenti, come come quello di sciogliere le Camere, ma anche di influenzare la funzione legislativa.
Per chi come noi, come associazione degli ex Parlamentari, sorti per tutelare e valorizzare il parlamento, non possiamo non vedere con occhio critico, forse meglio dire con grande preoccupazione e per questo non condividiamo un provvedimento ispirato alla concentrazione del potere e alla ulteriore emarginazione del principio di rappresentanza proprio del parlamento.
Non siamo insensibili al cambiamento, ma lo vogliamo valutare in relazione al valore assegnato alle democrazie liberali e osservando oltre i nostri confini ciò che accade negli Stati Uniti, in Argentina, in Turchia, in Ungheria, in Russia, ma non solo non ci pare la direzione giusta, anzi ci preoccupa molto.
A me pare che si debba alzare il nostro orizzonte politico, proprio rispetto ai cambiamenti in atto nel mondo, che ci riguardano da vicino “ sta emergendo una nuova forma di direzione dell’economia, in cui i più ricchi del mondo, in una fase di turbocapitalismo transnazionale ambiscono a governare direttamente senza più intermediazioni la società nel suo complesso. La finanza non è al seguito della politica ma la guida, c’è la sua supremazia.
Lo stato viene destrutturato, perché finanza significa anche possesso dell’informazione dei social, dei media, della ricerca persino dell’istruzione e lo Stato diviene certo protagonista, ma come mezzo per il perseguimento di finalità private. Le istituzioni pubbliche rischiano di divenire semplici esecutrici di decisioni prese altrove.
Credo che fare i conti con questi accadimenti non sia un’astrazione rispetto alle nostre cose, alla nostra quotidianità ma tentare di affrontare sfide inusitate che riguardano il principio fondamentale a cui tutti aspiriamo: partecipazione, democrazia.
Un parlamento senza potere, delegittimato, nato come strumento della rappresentanza evidenzia mancanza di democrazia e noi auspichiamo che in un dibattito serio, sereno, responsabile alla fine si pervenga ad una conclusione che possa far crescere la partecipazione e che si ispiri ai principi fondanti la nostra carta costituzionale repubblicana sorta dalla lotta al fascismo e al nazismo .
On. Valter Bielli
Vice Presidente Vicario Associazione Nazionale ex Parlamentari della Repubblica
Firenze 28/ 03 / 2025