La distruzione morale e politica della nostra storia: ecco il vero significato del taglio dei vitalizi

La distruzione morale e politica della nostra storia: ecco il vero significato del taglio dei vitalizi

La distruzione morale e politica della nostra storia: ecco il vero significato del taglio dei vitalizi

Pubblichiamo un'analisi di "Montesquieu", editorialista del Sole-24Ore, sul "vero" significato del taglio dei vitalizi, "sigillo" di questa stagione politica "giallo-verde" che si vuole di ripudio radicale del passato e che è segnata da un pericoloso semplicismo istituzionale e politico.

La distruzione morale e politica della nostra storia: ecco il vero significato del taglio dei vitalizi

Ricorderemo, di questo primo scampolo di governo gialloverde, la reiterata occupazione, eccitata e trionfale, dei palazzi della Repubblica -, i nostri palazzi, di noi tutti - per inneggiare ai i successi politici di una parte, il movimento cinque stelle. L’ “abolizione della povertà “, grottesca e cinica messa in scena, senza alcun aggancio con un gesto, con un provvedimento, a freddo; ma soprattutto, per il suo significato politico reale, il cosiddetto “taglio dei vitalizi”. All’apparenza, un’operazione dall’ insignificante contenuto economico, un segnale di rispetto, di risarcimento morale per il “popolo”: impariamo a conoscere e ad usare, a circondare di virgolette il gergo politico istituzionale, le parole chiave di uno strano soggetto politico, nato per moralizzare, per portare “onestà” là dove imperavano “corruzione e ruberie”, e oggi finalmente giunto alla prova del potere.

L’uso del potere è il vero banco di prova dell’onestà di un soggetto politico, assai più della moralità individuale dei suoi esponenti. In pochi mesi, con il taglio dei vitalizi, si è concretizzata la distruzione, morale ben prima e ben più che economica, di tutte le generazioni di rappresentanti degli elettori italiani, fino a trasformarne l’intero servizio allo Stato in un lavoro sporco, contro i propri concittadini. Che oggi vengono ripagati, ma solo simbolicamente: l’operazione, meglio ripeterlo, non ha, perfino per i suoi artefici, il minimo significato o obiettivo di risarcimento materiale, concreto. Attorno alla recita, sguaiata profanazione ad uso privato dei massimi edifici pubblici, il coro – dapprima plaudente, quindi inerte -, di una opposizione che non si è sottratta ai lugubri riti di cancellazione della propria storia, di criminalizzazione dei propri padri. Storia gloriosa, seppure non priva di errori: comunque, la storia della nostra giovane democrazia. Addirittura facendosene inconsapevole promotrice, di quella cancellazione, nell’ebbrezza della scoperta di quelle pratiche populistiche che la avrebbero trascinata in un tracollo senza precedenti.

Questo è il vero senso politico del taglio dei vitalizi, una nuova repubblica , la ”terza”: una chirurgica e impietosa ablazione delle cellule malate e di quelle sane di settanta anni di democrazia, che travolge i riferimenti politici e istituzionali di tanti governi, di tante gestioni delle camere, di tanti partiti politici che hanno onorato la costituzione, vere associazioni di uguali che crearono dal basso formazioni politiche legate ai filoni storici delle democrazie: socialisti, cattolici, liberali, comunisti. Perfino il movimento nato sulla nostalgia del regime crollato, sempre rispettoso dei vincoli e dei principi di una costruzione costituzionale che li aveva esclusi, ma alla quale fu meno estraneo di quanto appaiano per molti versi i protagonisti del nuovo corso politico. Istituzionalmente agnostica la Lega salviniana, affetta da puro pragmatismo; dichiaratamente extracostituzionale il movimento che fu di Beppe Grillo, forse emarginato egli stesso. Forse oggi si capisce il senso profondo della metafora delle Camere da aprire come una “scatoletta di tonno“.

Extracostituzionale è la scomposizione dell’impianto istituzionale del sistema (per la verità, di tutti i sistemi democratici conosciuti ), basato su un’armonia istituzionale priva di gerarchie, quasi un’altalena in cui ogni funzione ha un potere sulle altre e ne subisce dalle altre, così realizzando lo schema della ripartizione dei poteri; sostituita da un firmamento istituzionale in cui brilla una sola stella, quella del governo, quindi dei partiti al potere e del “popolo”, identificato con i propri elettori presenti ed aperto a quelli futuri. Sistema che prevede l’intimidazione violenta di ogni organismo terzo, di garanzia, indipendente. Fino a minacciare, concretamente, l’autorità complessiva di garanzia, il capo dello Stato. I cui saggi proclami, forse perché elegantemente spersonalizzati, vengono irrisi da bersagli non identificati. Pericolosamente.

montesquieu.tn@gmail.com

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