LA POLITICA E L’ITALIA DOPO “PREMIERATO” E AUTONOMIA DIFFERENZIATA - di Dalila Nesci

LA POLITICA E L’ITALIA DOPO “PREMIERATO” E AUTONOMIA DIFFERENZIATA - di Dalila Nesci

LA POLITICA E L’ITALIA DOPO “PREMIERATO” E AUTONOMIA DIFFERENZIATA – di Dalila Nesci

LA POLITICA E L’ITALIA DOPO  “PREMIERATO” E AUTONOMIA DIFFERENZIATA.

On. Dalila Nesci

Il Paese deve sapere. Le riforme costituzionali in corso, proposte dal Governo Meloni, sono oggetto di un grande dibattito che l’Associazione Ex Parlamentari della Repubblica ha avviato e promuove, senza sosta, nelle istituzioni e nei territori. Dopo il primo evento di dicembre scorso, sono stati numerosi i tavoli di approfondimento come a Napoli, a Genova, a Palermo e di nuovo a Roma. Sono stati coinvolti costituzionalisti, esperti e politici, per esaminare a fondo le proposte di riforma e comprendere le loro ricadute istituzionali e politiche.

L’ultimo convegno si è tenuto nella suggestiva Sala della Lupa, a Palazzo Montecitorio, con un tavolo di prestigiosi relatori presieduto dall’On. Paola Balducci. L’introduzione dei lavori da parte del Presidente On. Giuseppe Gargani, ha tenuto ad esplicitare il proposito del convegno: creare un dibattito significativo con la possibilità di un contraddittorio. Il riferimento era all’autorevole presenza del Prof. Francesco Saverio Marini, ordinario di Diritto pubblico all'Università Tor Vergata di Roma, nonché Consigliere giuridico della Presidente del Consiglio, On. Giorgia Meloni, che ha elaborato la proposta di riforma sul c.d. “Premierato”.

I relatori, chiamati ad esprimersi dal giornalista Francesco Verderami che ha moderato i lavori, sono intervenuti argomentando – senza infingimenti – sulla loro idea circa le riforme costituzionali in itinere e non hanno risparmiato giudizi di preoccupazione anche sul testo di riforma del Ministro Calderoli sull’Autonomia differenziata. Alcuni interventi della giornata hanno, a mio avviso, messo in luce elementi che non sempre emergono da altri dibattiti sul tema delle riforme costituzionali.

L'Onorevole Massimo Villone ha evidenziato il legame tra le riforme costituzionali in itinere, sottolineando come esse possano influenzare sia la struttura istituzionale che quella politica dell’intero Paese. In particolare, ha paventato che l’ampliamento di ulteriori materie di competenza regionale possa mettere in pericolo coesione nazionale.  «La pericolosità di alcune materie oggetto di autonomia da parte delle Regioni – osserva Villone – come la sanità e gli ordini professionali, possono creare ulteriori disparità di trattamento sulle professioni e disuguaglianze dal punto di vista dei servizi forniti”. Ed ancora con grande acutezza, un argomento di destabilizzazione, l’On. Villone, lo ha individuato in un articolo vigente della Costituzione, l’art. 117 co.8: cioè nella possibilità per le Regioni di creare, nelle materie di propria competenza, intese con enti territoriali interni ad altro Stato; unendo questa possibilità all’ ampliamento delle competenze regionali che genera l’autonomia differenziata, si creerebbero dinamiche pericolose per la tenuta istituzionale e l’unità del Paese. Infatti Villone dice: “Cosa succederebbe se nascessero le macroregioni del nord? Tenendo conto delle nuove materie che l’autonomia differenziata potrebbe concedere. E quanto conterebbe un Presidente del Consiglio di un Parlamento riformato di fronte all’ipotesi di potenti macro-enti?”.

I relatori hanno anche discusso della debolezza del Parlamento italiano, attribuendola alla crescente concentrazione di potere nell'esecutivo a scapito del legislativo. Si è evidenziato il bisogno di rafforzare il ruolo del Parlamento e di promuovere un dibattito più sostanziale e di mediazione già all’interno delle commissioni parlamentari.

L'Onorevole Bertinotti ha offerto un'affascinante analisi storica e politica dell'Italia, focalizzandosi sulla contestazione alla riforma del premierato. Ha iniziato discutendo dell'incompatibilità tra capitalismo finanziario globale e democrazia, evidenziando il carattere oligarchico e tecnocratico dell'Unione Europea. Ha poi sottolineato come gli anni '60 e '70 abbiano visto la crescente realizzazione dei diritti costituzionali, soffermandosi in particolare sulla nascita dello statuto dei lavoratori, mentre il successivo predominio delle politiche liberiste e neoliberiste ha contribuito a creare disuguaglianze sociali. Bertinotti ha sottolineato che questo ha portato a un nuovo paradigma politico di tipo decisionista, in cui le esigenze del mercato e della competitività hanno prevalso sulla giustizia sociale. Questo cambiamento ha portato allo svilimento delle prerogative parlamentari, con il parlamento che perde importanza a causa della necessità di decisioni “rapide”. Secondo Bertinotti, questo ha portato a una mediocrizzazione delle istituzioni e ha aperto la strada a riforme come quella proposta dalla Presidente Meloni sul "premierato", che pongono la politica sul terreno del comando, svincolandola da altri fattori.

Il Prof. Marini ha difeso la proposta di "premierato", sottolineando che l'obiettivo della riforma è quello di rafforzare l'efficienza decisionale e di garantire maggiore stabilità al governo. Ha inoltre evidenziato che la proposta di riforma non stravolge la Costituzione ma si inserisce in un processo di riforme costituzionali in corso da decenni.

Infine, è stata esaminata la motivazione dietro alla scelta di una riforma definita "minimale", al fine di evitare l'insuccesso al referendum popolare, come accaduto in passato con altre proposte di riforma costituzionale più articolate e complesse. Marini ha chiarito che il testo governativo è stato modificato per risolvere alcune aporie e che il Presidente della Repubblica manterrebbe i poteri di garanzia, mentre i cambiamenti proposti riguarderebbero principalmente i poteri politici.

La missione dell’Associazione è quella di offrire una panoramica approfondita delle riforme in corso nel Parlamento italiano, evidenziando le diverse opinioni e preoccupazioni che emergono dai dibattiti e che investono  importanti questioni istituzionali con ricadute reali sul Paese e nella società.

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Le foto di Fausto Bertinotti,  Francesco Saverio Marini e Massimo Villone al convegno del 14 marzo nella Sala della Lupa

 

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