Il comunista Aldo Tortorella e il “Vento del Nord”.
Se ne è andato Aldo Tortorella, uno dei più grandi dirigenti del PCI.
Il partigiano Alessio partecipò alla Resistenza contro i nazifascisti a Milano e poi a Genova, dopo la cattura da parte dei tedeschi e la sua fuga.
Era stato nei primi anni quaranta un allievo del grande filosofo Antonio Banfi all’Università statale di Milano insieme a Rossana Rossanda a cui rimase legato da una profonda amicizia e da una comunanza negli ideali comunisti che per ambedue è durata tutta la vita con una limpida coerenza.
Il suo amore per la filosofia e per il razionalismo critico di Banfi lo ha sempre accompagnato nel confronto dialettico con l’altra visione storicista, prevalente nella cultura politica e teorica del PCI.
Fu un grande giornalista, diresse nel dopoguerra le edizioni de L’Unità di Genova e di Milano, e negli anni 70 fu il direttore del quotidiano nazionale del PCI che vendeva centinaia di migliaia di copie ogni giorno e nelle edizioni straordinarie del 25 aprile e del 1 maggio superava il milione di copie.
Fu un protagonista del “Partito nuovo” di Togliatti e della “via italiana al socialismo” a Milano e in Lombardia scontrandosi con la vecchia guardia stalinista guidata da Giuseppe Alberganti, storico capo della Resistenza e del comunismo milanese.
Fu segretario della Federazione del PCI
di Milano e del Comitato regionale della Lombardia, e influenzò in modo importante la politica dei comunisti nella regione economica più importante d’Italia, insieme ad altri compagni prestigiosi come Armando Cossutta e Rossana Rossanda.
Fu un autorevole parlamentare comunista dal 1972 al 1994 per 6 legislature .
Fu nella segreteria nazionale del PCI con Enrico Berlinguer e poi con Alessandro Natta. Fu l’ultimo Presidente del PCI prima della svolta promossa dal segretario Occhetto che portò alla nascita del PDS.
Fu responsabile nazionale per tanti anni della commissione cultura del PCI.
Non condivise la svolta della Bolognina e la fine del PCI e insieme ad Ingrao e Natta animò la componente di minoranza che chiedeva un rinnovamento della sinistra ma senza abiurare la storia e soprattutto la politica del PCI.
Non aderì però alla scissione che dette vita a Rifondazione Comunista.
Restó nel PDS in posizione critica sino a quando il governo D’Alema scelse con la Nato la guerra e i bombardamenti nella ex Jugoslavia.
I suoi convincimenti pacifisti lo spinsero allo strappo con il PDS e da allora si impegnó nella sinistra italiana in un’ottica sempre militante ma non più interna ad un partito.
Diresse e rifondò Critica Marxista, sempre nel solco degli insegnamenti filosofici del suo grande Maestro Banfi.
Fondó infine insieme ad altri comunisti un ‘Associazione per il rinnovamento della sinistra italiana, che ha contribuito ad animare il dibattito pubblico senza disperdere il patrimonio culturale del pensiero marxista e gramsciano.
Nonostante la sua età non ha mai smesso di valorizzare la storia del PCI e della politica comunista dei segretari nazionali con cui collaboró: Togliatti, Longo, Berlinguer e Natta.
Se ne è andata con Aldo Tortorella una leggenda della Resistenza e del “vento del Nord”, un combattente strenuo per la Libertà e la Giustizia sociale, una espressione limpida del comunismo milanese e della “via italiana al socialismo” che ha favorito il progresso dell’Italia e imponenti conquiste sociali per le classi subalterne italiane con le quali ha sempre avuto un “legame di ferro”.
Gianni Melilla