Le "province-fantasma": vive in Costituzione, dissolte nella realtà - Una riflessione di Mario Tassone

Le "province-fantasma": vive in Costituzione, dissolte nella realtà - Una riflessione di Mario Tassone

Le “province-fantasma”: vive in Costituzione, dissolte nella realtà – Una riflessione di Mario Tassone

Province. Dovevano scomparire dalla Costituzione ed essere sostituite da chissacché: così - per portarsi avanti, diciamo così - il legislatore le "declassò" a enti elettivi di secondo livello, noti ormai soltanto a sindaci e consiglieri comunali interessati a "concorrere" all'elezione degli organismi sostitutivi dei vecchi Consigli provinciali. Poi, la riforma costituzionale che ne prevedeva la cancellazione fu affossata dal voto popolare, e, così, le province sono rimaste, ma in una condizione di "clandestinità" politica rispetto al popolo sovrano. Come a Catanzaro, un esempio di questi giorni...

Mario Tassone (foto), già parlamentare, e di assai lungo corso, componente di parecchi governi, attualmente membro dell'Ufficio di Presidenza della nostra Associazione, mette a fuoco la questione con una riflessione pubblicata dal quotidiano on-line "l’Italiano", il 06/09/2022, nella sezione "Editoriali In Evidenza - Politica Italiana".

Ve la proponiamo:

Le province: uno dei tanti Monumenti eretti dalla non-politica e dal deficit democratico. A Catanzaro la corsa verso il nulla.

di Mario Tassone  per  l'Italiano

ROMA – Nella provincia di Catanzaro in questi giorni di campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento, se ne aggiunge un’altra per la elezione del nuovo presidente della provincia.
Certo quest’ultima non coinvolge tutti i cittadini ma solo i consiglieri comunali : una elezione di secondo grado.
Assisto perplesso all’attivismo, di tanti.
Ci sono gli aspiranti presidenti.
Per fare cosa visto che le amministrazioni provinciali sono un ente di risulta con poche risorse e con compiti non definiti ?
Si ricorderà che la riforma Renzi e Boschi aveva ,fra l’altro, soppresso le province dalla Costituzione .
Tale riforma fu bocciata dal referendum popolare del 2016 e conseguentemente le province hanno conservato il rango di ente territoriale in Costituzione.
Nella fase temporale in cui le province dovevano sparire fu approvato un provvedimento di legge (Del Rio) che avrebbe dovuto regolare provvisoriamente quella fase. Una legge limitata nel tempo che invece ancora resiste ed è anticostituzionale.
Gli amministratori di un ente territoriale sono eletti dal corpo elettorale.
La elezione di secondo grado è una violazione della norma primaria.
Aver mantenuto in vigore la legge Del Rio è come se il referendum non ci fosse stato e le province mantenute nel limbo dei tanti enti inutili eliminati per legge ma poi….sopravvissuti.
Eppure le province potrebbero svolgere come enti intermedi un compito rilevante anche gestendo materie importanti che le regioni dovrebbero delegare.
Ci meraviglia non poco come l’UPI l’Associazione delle province rimane silente, acquiescente verso una legge antidemocratica. L’UPI non si scompone quando poteva con forza rivendicare un ruolo operativo delle province ripetiamo nel rispetto dei principi della carta fondamentale della Repubblica.
Un ente regolato da una lègge “fuori corso legale” come quella Del Rio è un dispendio inutile di risorse.
Le province sono uno dei tanti Monumenti eretti dalla non politica e dal deficit democratico.
A Catanzaro gli amministratori comunali sono in campagna elettorale.
Un attivismo che commuove.
Una corsa verso il nulla.
Una riflessione, una protesta eclatante avrebbe potuto dare un segnale di vita in tanto grigiore di un conformismo senza coraggio.

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