Lettera del sen. Pizzol alla senatrice Elvira Evangelista

Lettera del sen. Pizzol alla senatrice Elvira Evangelista

Lettera del sen. Pizzol alla senatrice Elvira Evangelista

Pubblichiamo la commovente e dura lettera del sen. Giorgio Pizzol alla senatrice del Movimento 5 Stelle Elvira Evangelista:

 

On. Giorgio Pizzol 

Mogliano Veneto, 3 novembre 2021

Gentile Sen. Evangelista,

Avevo deciso di non replicare alla sua ultima mail che per la concisione mi induceva a pensare che lei non intende affrontare i problemi che le avevo esposto nelle mie inviatele il 28 agosto 2021, il 5 settembre 2021 e l’8 settembre 2021.

Lei si dichiara offesa e mi accusa di non credere alla sua buona fede.

Con profonda costernazione mi sono trovato, per l’ennesima volta, di fronte ad un rappresentante del Parlamento (quindi anche un mio rappresentante) che non prova nessun imbarazzo a cambiare le carte in tavola e, per eludere il confronto, recita la parte dell’aggredito mentre continua a esercitare un’aggressione pesantissima nei confronti di una persona del tutto priva di mezzi per difendersi.

Ho raccolto oggi tutte le mie energie per riprendere una conversazione con lei perché in questi giorni è accaduto un fatto luttuoso che si inserisce nei problemi di cui parliamo. Un fatto dal quale voglio sperare scaturisca un’occasione per il risveglio della sua coscienza. Mi riferisco alla morte dell’On. Senatore Francesco De Notaris.

Entro subito nel vivo del discorso.

È nota tra gli ex parlamentari la mail che il compianto Senatore aveva inviato a lei il 5 novembre 2019. Il giorno successivo a quello in cui lei aveva dato clamorosamente (e illecitamente) le dimissioni dalla Commissione contenziosa di cui era Vice-presidente. E ciò aveva fatto un’ora prima della riunione della camera di consiglio nel corso della quale avrebbe dovuto essere depositata la sentenza sui ricorsi di 700 ex senatori per l’annullamento della Delibera n. 6/18 del Consiglio di Presidenza del Senato che disponeva la decurtazione dei vitalizi.

 

Ecco qui di seguito il testo della mail in questione.

 

---------- Messaggio originale ----------

Da: francesco.denotaris@virgilio.it A: elvira.evangelista@senato.it Data: 5 novembre 2019 alle 17.50 Oggetto: vitalizi

 

Cara Senatrice,

sono stato senatore de 'la Rete' nata dalla primavera di Palermo.

A leggere la Sua intervista sui vitalizi mi veniva da ridere. Le motivazioni che ha addotto, parlando delle sue dimissioni da 'giudice' del collegio del quale faceva parte per la questione dei vitalizi, mostrano come ci sia un adeguamento al ' peggio ', al peggio di quella che anche io chiamavo prima Repubblica.

Nessuna motivazione ideale, chiara, limpida. Soltanto un trucchetto per rallentare le decisioni. Soltanto il desiderio di usare le regole per nascondersi dietro le stesse. Nessuna motivazione ideale. Nessun rispetto per il diritto in uno stato di diritto. Nessuna assunzione di responsabilità e nessun rispetto per il ruolo da 'giudice'. Ha ricordato di essere di parte ed ha addotto sospetti, cavilli, per non affrontare la questione e decidere. E poi ci sarebbe stata una sentenza.

 

Lei ha parlato di conflitti di interesse e Lei stessa era la manifestazione del Suo conflitto di interessi. E poi ha supposto amicizie e conoscenze tra giudici e ricorrenti. Ma Lei sa che ci si conosce tutti... Se dovessimo crederLe dovremmo bloccarci in ogni attività. Chi è che non conosce...l'altro/a?

Lei ha segnato una pagina miserabile. Ed ha indebolito il Suo movimento che ha temuto la bocciatura della delibera di Fico (che, dinanzi ad altri, a me ha detto che sapeva che i ricorrenti avevano ragione. Stessa frase dettami da Di Maio in treno, tornando da Roma. Ma...dovevano fare così).

 

Il Movimento ha preso un'iniziativa politica. Ora c'è la magistratura. E bisogna avere fiducia nelle Istituzioni senza organizzare giochetti. State giocando con la vita di anziani, vecchi Parlamentari per bene e di vedove e vedovi. Verrà il tempo in cui, terminato il tempo della demagogia, faremo la storia di questo tempo. Intanto il popolo già vi sta bocciando. Continuerà a farlo, perché l'italiano...poi comprende che non lo si può prendere in giro a lungo.

 

Anche noi de 'la Rete' abbiamo sbagliato. Lo capimmo. Voi state sprecando un'occasione unica: la fiducia dell'elettorato che credeva nel cambiamento in meglio. Purtroppo, anche nei giochi di Palazzo, vi siete adeguati a...'quelli di prima', come stupidamente dice Di Maio. Ora, anche voi siete come 'quelli di prima', ma non come i 'migliori' tra quelli di prima, che hanno ricostruito l'Italia. State diventando quelli di prima da dimenticare.

Ho la moglie sarda e siamo stati da amici a Nuoro in estate. Ho sempre fatto distinzione tra l'errore e l'errante. Vale anche per Lei. Cordialmente.

 

Francesco de Notaris

 

Cara Senatrice, la prego di meditare a lungo su questa lettera del compianto Senatore De Notaris, alla quale non so se lei abbia risposto.

Mi corre l’obbligo di farle notare che egli non ha potuto avere giustizia - mi dispiace davvero dirlo - proprio per colpa della Senatrice-giudice Elvira Lucia Evangelista.

Se lei “Senatrice-giudice” non si fosse dimessa il giorno 4 novembre 2019 e avesse partecipato, come era suo ineludibile obbligo istituzionale, a quella riunione della camera di consiglio oggi non si parlerebbe più della Delibera del taglio dei vitalizi degli ex senatori. La sentenza l’avrebbe cancellata già in quello stesso giorno. Si parlerebbe della Delibera n. 6/18 soltanto per dire che era stata un provvedimento assunto da 18 membri della Camera dei Deputati e da altri 18 del Senato della Repubblica. Un provvedimento obbrobrioso, la pagina più nera della storia del Parlamento, scritta durante la XVIII Legislatura. Uno sfregio allo stato di diritto, alle norme della Costituzione, della legge ordinaria e perfino dei Regolamenti parlamentari. Se ne parlerebbe solo per dire che la Commissione contenziosa del Senato – Corte giudicante in autodichia- questo provvedimento l’aveva annullato: aveva stabilito che il vitalizio è un diritto acquisito, un diritto umano che deve essere assolutamente rispettato da tutti e in primo luogo dai massimi responsabili delle più alte Istituzioni della Repubblica, la Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Lei era tra i membri della Corte giudicante in qualità di Vice-presidente. Lei, se avesse coerentemente giudicato in base alla sua scienza giuridica e alla sua retta coscienza avrebbe potuto essere tra coloro che avrebbero cancellato l’inammissibile assurdo errore e da quel giorno potrebbe dire, con meritato orgoglio, a tutti gli italiani: “Il taglio dei vitalizi non si doveva fare, è contro la civiltà giuridica non solo del nostro, ma di tutti gli stati civili del mondo. Soprattutto non si doveva fare il quel modo: perché reca pesantissimi danni a persone in condizioni economiche modestissime e non tocca minimamente persone in condizioni economiche di alto livello. È stato commesso un grave errore. Tutti possono sbagliare. L’errore con questa sentenza è stato corretto”.

Dopo questo discorso tutti gli italiani avrebbero certamente pensato e detto: “La Senatrice- giudice Elvira Lucia Evangelista, è una persona che ha dato prova di grande dignità. Ha saputo applicare correttamente le leggi vigenti e porre una barriera invalicabile alla demagogia dominante (nella quale aveva prosperato il suo partito). Questa Senatrice- giudice assieme agli altri membri della Corte giudicante ha dato un valido contributo all’affermazione dei principi inviolabili dello stato di diritto.”

Mi permetta ora, gentile Senatrice, di esporle una mia ipotesi di ricostruzione dei fatti che hanno portato alle sue dimissioni dalla Commissione contenziosa il 4 novembre 2019.

Il testo della sentenza era pronto per la pronuncia già il 17 luglio 2019 giorno in cui si erano concluse le udienze di dibattimento. Lei ovviamente conosceva bene questo testo e ne aveva illustrato il contenuto ai vertici del suo partito, spiegando loro che la sentenza non poteva che rispettare il diritto vigente. Essa doveva, in base al diritto vigente, annullare la Delibera n. 6/18 e accogliere i ricorsi. I capi del M5s in un primo tempo si erano rassegnati ad accettare la pronuncia così com’era stata formulata. E ciò perché ormai convinti essi stessi che non c’era nessuna possibilità di ottenere una sentenza di contenuto diverso. Leggiamo a questo proposito la preziosa testimonianza di Francesco De Notaris esposta nella lettera sopra riportata. Gli On. Fico e Di Maio hanno dichiarato davanti allo stesso e ad altre persone: “Sappiamo che i ricorrenti hanno ragione…”.

Poi, inaspettatamente, qualche ora prima della camera di consiglio, i capi M5s, probabilmente presi dal terrore di dover ammettere che il provvedimento cardine della loro propaganda era un atto illegale, hanno convocato la Sen. Evangelista e le hanno impartito l’ordine di mettere in scena le dimissioni dal Collegio giudicante e di fornire alla stampa (e non al Presidente della Commissione contenziosa) le penose motivazioni di cui le scriveva, stigmatizzandole, il Sen. De Notaris. Lei purtroppo non ha avuto la forza di rifiutarsi di eseguire lo stolto ordine in questione. Ha obbedito, venendo meno così ai suoi doveri inderogabili di giudice, e ponendosi in contrasto con quanto le prescriveva la sua scienza giuridica e la deontologia professionale; oltre che la sua coscienza.

Lei ha dunque con il suo comportamento, obbedendo alla disciplina di un partito senza regole, e venendo meno ai suoi doveri di giudice “fatto saltare” (sono parole sue più volte da lei ripetute pubblicamente) la sentenza che avrebbe posto la parola fine alla pagina nera del taglio dei vitalizi.

La sentenza che doveva essere pronunciata il 4 novembre 2019, è poi giunta, dopo un percorso travagliato causato da giochi di palazzo inqualificabili (che hanno portato allo svolgimento per ben tre volte dell’udienza di dibattimento) il 5 ottobre 2020.

È la Decisione n. 660 della Commissione contenziosa. Una sentenza di contenuto identico a quella che lei personalmente avrebbe potuto e dovuto sottoscrivere un anno prima. E che forse lei avrebbe volentieri sottoscritto se i vertici del suo partito non le avessero impartito quello sciagurato ordine.

Lei di certo conosce bene, le disposizioni e le granitiche motivazioni della 660. Essa dà piena ragione ai ricorrenti e annulla la delibera 6/18 perché in contrasto con le norme della Costituzione, delle leggi vigenti e perfino dei Regolamenti del Senato. Una sentenza che dice chiaro, una volta per tutte, che i vitalizi sono diritti acquisiti, diritti umani inviolabili.

Lei mi potrebbe dire che la sentenza è stata appellata ed ora dobbiamo attendere il giudizio del Collegio giudicante di secondo grado. Potrebbe dirlo, certo. Ma nello stesso tempo dovrebbe ammettere, come le impone di dire la sua scienza e la sua coscienza, che l’appello: “Non è altro - come direbbe il compianto Senatore De Notaris – che un trucchetto per rallentare le decisioni.”

I giochi di palazzo per nascondere la verità e per ritardare la giustizia continuano.

 

Pur con tutto il pessimismo che mi imporrebbero le vicende su indicate, le ripeto, Senatrice, che oggi io nutro un barlume di fiducia nei confronti della sua volontà di abbandonare la strada sbagliata e di immettersi nella strada giusta.

Mi spiego.

Forse lei, dopo la lettura della sentenza 660, si è pentita di aver obbedito all’insensato ordine del suo partito. Un indizio di questo pentimento mi sembra possa essere ravvisato nel fatto che lei ha chiesto qualche mese fa all’Associazione degli ex Parlamentari di cancellare dal proprio sito l’articolo che dà notizia del ricorso al Consiglio di disciplina degli Avvocati di Cagliari, presentato degli ex senatori Palumbo, Preioni, e dal sottoscritto, per violazione da parte sua delle norme della deontologia professionale.

Il suo pentimento, a mio parere, sarebbe un passo piccolo ma molto importante perché compiuto verso la giusta direzione.

Se lei osserva, Senatrice, è proprio il passo che le consigliava di compiere il defunto Senatore De Notaris. Quel passo potrebbe indurla a compierne un altro ancora più importante, quello che consiste nel dichiarare: “Abbiamo sbagliato. Ora cercheremo di rimediare”.

Mi permetta di insistere sull’appello rivolto dal defunto Senatore a lei, all’On. Fico, all’On. Di Maio e a tutto il suo partito a riconoscere l’errore, a dire finalmente la verità, ad eliminare cosi l’ingiustizia insensata commessa nei confronti di persone che hanno svolto con onore il loro mandato di rappresentanti della nazione.

Colgo l’occasione, illustre Senatrice, per rammentarle che subisco questa ingiustizia già da tre anni. Un’ingiustizia che nel mio caso si è concretizzata nella sottrazione illegale di 1.000 euro ogni mese da un reddito familiare complessivo di 3.000 (famiglia di due persone). Un caso unico nella storia delle decurtazioni delle pensioni mai applicato né a carico degli ex parlamentari né a carico di pensionati di qualsiasi categoria).

Non posso pensare che lei non abbia ancora compreso che questo fatto ingiusto ha danneggiato pesantemente le mie condizioni economiche e nel contempo ha prodotto (come è stato documentato già nel processo in corso all’epoca in cui lei era giudice) danni alla mia salute psico-fisica.

Danni che vengono aggravati dalla campagna diffamatoria, tutt’ora in atto, condotta dal suo partito unitamente ai grandi mezzi di comunicazione. Una campagna nella quale si continua a definirmi membro di una casta di ladri e parassiti sociali.

Le faccio presente che la mia capacità di sopportazione è giunta al limite estremo. E non le dirò di più.

La prego di credermi, Sen. Evangelista, Nonostante la sofferenza psicologica che mi attanaglia in questo momento, non nutro nessun risentimento nei suoi confronti. Come il defunto Senatore De Notaris, io seguo il principio morale che mi prescrive di condannare l’errore e non l’errante. La prego davvero di credere che le scrivo perché, nonostante gli insuccessi delle lettere precedenti, ho ancora un barlume di fiducia che la sua coscienza possa risvegliarsi.

Una nuova fiducia mi è giunta, come le dicevo, dopo aver preso visione di quanto le scriveva il Senatore De Notaris. Penso che lei dovrebbe leggere e rileggere attentamente quella lettera, Sen. Evangelista. La faccia poi leggere agli On. Fico e Di Maio e a tutti i colleghi del suo partito e anche degli altri partiti.

Il Senatore De Notaris, uomo intelligente e probo, noto per il suo strenuo impegno per la difesa dei valori della Costituzione, non ha avuto giustizia a causa del suo comportamento. Egli la sta guardando, Sen Evangelista, di Lassù. A lei e a tutti i membri del Parlamento in carica, e particolarmente agli On. Parlamentari-giudici, egli sta dicendo con la massima chiarezza che il tempo della menzogna è finito.

Sta dicendo:

  • che nessun partito avrà più nulla da guadagnare nel continuare a nascondere la pagina nera del taglio dei vitalizi; e non è più tollerabile che si continui a giocare con la vita di anziani, vecchi Parlamentari per bene e di vedove e vedovi”.
  • che potranno recuperare almeno in parte l’onore e la dignità perduta con un provvedimento insensato, prima ancora che ingiusto, soltanto quei Parlamentari che avranno il coraggio di dire e al più presto: “Abbiamo sbagliato. Ora cercheremo di rimediare”;
  • che quei Parlamentari che non vorranno ammettere l’errore e vorranno continuare la persecuzione contro gli ex parlamentari fino al momento in cui tutti loro avranno raggiunto il luogo in cui si trova oggi il Senatore de Notaris (ciò che sta avvenendo ogni giorno) passeranno alla storia come gli artefici di un provvedimento paragonabile nella sua sostanza a quelli che i regimi dittatoriali del secolo scorso emanarono contro gli oppositori politici. Un provvedimento che, nel caso in esame, condanna e perseguita come “nemici della Patria” persone di buona volontà che hanno l’unica colpa di essere stati eletti in Parlamento a seguito di libere elezioni prima del 2013.

 

Confidando che queste mie parole, Sen. Evangelista, non cadano nel vuoto e che le possano essere di aiuto per un suo contributo alla soluzione dei problemi di cui si tratta le porgo cordiali saluti e l’augurio di buon lavoro per il bene della nostra Repubblica.

Giorgio Pizzol

 

 

P.S.

In questo link troverà una raccolta di articoli del defunto Senatore nei quali, tra l’altro, egli conferma di aver udito, presenti altre persone che gli On. Fico e Di Maio hanno dichiarato: “Sappiamo che gli ex parlamentari che hanno fatto ricorso hanno ragione. Ma ormai abbiamo deciso di negargliela” Testimonianza resa da De Notaris in svariate sedi e occasioni, pubblicata da vari organi di stampa e mai smentita dagli interessati.

https://www.ilparlamento.eu/in-lutto-per-la-scomparsa-di-francesco-de-notaris-un-ricordo-di-antonello-falomi/

 

 

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