C'era una volta... l'ANSA. L'ANSA è stata, fino a non tanto tempo fa, non solo la più importante e la più autorevole delle agenzie di stampa nazionali, ma anche una delle più importanti agenzie internazionali. La crisi dell'editoria, la mancanza di chiare scelte (o scelte sbagliate) della politica di governo nel settore dell'informazione, un assetto proprietario che la rende ostaggio dei suoi clienti (cioè degli editori), un sindacato che si trova nello stesso "conflitto di interesse" della proprietà, tirato da una parte dalle redazione dell'ANSA e dall'altro dalle redazioni dei giornali e delle tv, e una gestione aziendale sempre più e sempre solo e soltanto "contabile" hanno ridotto l'ANSA a una copia depotenziata di quello che fu e con la prospettiva di un peggioramento anziché di un miglioramento nel prossimo futuro. La situazione è peggiorata, quasi precipitata, durante l'emergenza coronavirus, con la richiesta di cassa integrazione e nuovi sacrifici occupazionali, nonostante il servizio informativo eccezionale e indispensabile svolto proprio durante la lunga fase di emergenza. Si è aperta una vertenza aspra, di cui non si vede bene lo sbocco, raccontata con passione da Giovanni Innamorati, redattore parlamentare dell'agenzia, L'argomento della libertà di stampa, a partire dall'informazione alla fonte e della sua affidabilità (mestiere tipico dell'agenzia di notizie, come l'ANSA), non è affatto un problema settoriale o corporativo ma è piuttosto un tema di interesse generale che tocca le questioni delle libertà e delle garanzie, il cui esercizio consente all'opinione pubblica di formarsi e di svolgere la sua funzione di controllo e di influenza sulla vita civile.
ANSA, NELLA TENAGLIA GOVERNO-AZIENDA-FNSI SOFFOCA QUELLA CHE FU LA QUINTA AGENZIA DEL MONDO