La Camera, presieduta dal vicepresidente Ettore Rosato (foto), lo scorso 23 settembre ha voluto rendere omaggio all'ex deputata Rossana Rossanda. Non è stato un bello spettacolo. Nessuno ha ricordato di quali insulti e ingiurie, la Rossanda sia stata fatta oggetto in tempi recenti da deputati in carica per avere fatto parte in passato di quell'assemblea ed essere stata titolare di vitalizio. In proposito, pubblichiamo una riflessione di Giorgio Pizzol :
“In morte” di Rossana Rossanda: gli ex-deputati “buoni” sono quelli “defunti” - di Giorgio Pizzol
Il 23 settembre scorso la Camera dei deputati ha reso omaggio a Rossana Rossanda deceduta tre giorni prima, deputato nella IV Legislatura (1963-1968) eletta nella lista del Pci.
Presidente della seduta, facente funzioni, il Vicepresidente della Camera On. Ettore Rosato.
Come sintesi dei discorsi commemorativi, tutti esprimenti elogio e ammirazione, citeremo le parole dell’On. Wanda Ferro (Fli): “Una donna che oggi merita il rispetto dovuto agli avversari defunti, anche quando non se ne condividono le battaglie che hanno caratterizzato la propria vita”.
Queste parole ci inducono a svolgere le seguenti riflessioni.
Oggi nel Belpaese vi è una categoria di persone le quali, per ottenere rispetto per la propria attività nella vita politica e istituzionale, devono essere “defunte”.
Questa categoria è quella di coloro che hanno ricoperto la carica di membri del Parlamento prima del 2013. Più precisamente la categoria, degli ex parlamentari percettori di vitalizio, cui appunto apparteneva Rossana Rossanda.
Anche la nostra Rossana infatti, cui hanno rivolto incondizionati elogi “in morte” i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari della Camera, fino all’ultimo giorno in cui è rimasta in vita è stata fatta oggetto - dentro e fuori dal Parlamento - dei seguenti epiteti tutt’altro che elogiativi, come ad es: “Ladra del vitalizio, parassita sociale, esponente di una casta che si autoalimenta e che, per mantenere i propri iniqui privilegi, ha causato il disastroso deficit del bilancio pubblico”.
Non so quanto si rallegreranno gli ex parlamentari, oggi tra gli ottanta e i novanta, pensando che questo Parlamento della XVIII Legislatura è pronto a tributare anche a loro il riconoscimento di benemeriti della Repubblica Italiana “in morte”. Mentre oggi, questo stesso Parlamento della XVIII Legislatura – vale la pena di ripeterlo – li sta offendendo e umiliando, oltre che con gli epiteti infamanti e falsi su indicati, infliggendo loro la “pena” del taglio drastico del vitalizio. Taglio che per alcuni di loro ha creato difficoltà pesantissime nel periodo più difficile della loro vita.
Alla commemorazione “in morte” dell’ex deputata Rossanda, non era presente personalmente l’Illustrissimo Signor Presidente della Camera dei Deputati, On. Roberto Fico, eletto nella lista del Movimento 5 Stelle.
Già, la sua presenza sarebbe stata troppo ingombrante e in troppo evidente contraddizione col tributo di onore concesso alla defunta On. Rossana Rossanda. L’illustrissimo Presidente Fico, infatti passerà alla storia della Repubblica Italiana per aver dato il nome alla “Delibera Fico”, più precisamente la Delibera n. 14 dell’Ufficio di Presidenza della Camera mediante la quale, il 12 luglio 2018, si provvedeva al “taglio dei vitalizi” degli ex deputati. Taglio che veniva effettuato con un “criterio di giustizia” che poteva portare ad una riduzione fino all’80 per cento. (Criterio palesemente contrastante con le norme della Costituzione come sapeva benissimo lo stesso Presidente).
L’On. Fico adottando questo provvedimento permetteva al suo Partito-Non-partito, il M5s, di celebrare uno splendido trionfo. Rossana Rossanda assieme tutti gli altri ex deputati veniva così punita e diffamata come “colpevole” di percezione di vitalizio.
Come è noto pochi mesi dopo il testo della Delibera Fico è stato trasfuso, con contenuto identico, nella Delibera n. 6 approvata il 16.10.2018 dal Consiglio di Presidenza del Senato.
Ora è bene rammentare agli italiani che tutti gli ex parlamentari stanno scontando ancora oggi, 30 settembre 2020, la pena infamante loro inflitta da entrambi i Rami del Parlamento dalle su citate delibere “Fico” costituzionalmente illegittime.
Questi anziani parlamentari hanno una debole speranza. Hanno proposto ricorso agli organi della giustizia interna delle Camere per ottenere una sentenza che, accertando l’incostituzionalità della Delibera Fico, restituisca loro la buona reputazione (mentre sono ancora “in vita”).
Non si può escludere che la ottengano. Per il momento però oggi essi stanno ancora scontando la pena disposta da detta Delibera.
Non crediamo che li consoli il fatto che, come Rossana Rossanda, essi saranno molto elogiati “in morte”.
Il fatto doloroso, di cui non riferiscono minimamente gli organi di informazione, è che molti di questi anziani, più di cento, sono già defunti prima di aver ottenuto giustizia. E magari non hanno neanche ottenuto un elogio funebre.
Alla commemorazione “in morte” Rossana Rossanda ha avuto il coraggio di prendere la parola l’on. Riccardo Riccardi del gruppo M5s. Anche il suo strampalato discorso era di elogio sperticato della defunta. Con questo discorso il M5s ha toccato il culmine dell’ipocrisia. Il M5s con i suoi capi Grillo, Di Maio, Taverna, Fraccaro, D’Incà, ecc. da oltre dieci anni ha continuato e continua, con accanimento irriducibile, ad istigare al disprezzo e all’odio verso Rossana Rossanda e verso gli ex parlamentari.
È doveroso e purtroppo rilevare ancora che, quanto a ipocrisia, tutti gli altri partiti presenti oggi in Parlamento non sono molto lontani dai 5 stelle. Tutti hanno ipocritamente taciuto che Rossana Rossanda è stata ingiustamente umiliata e offesa dalla Delibera Fico.
È difficile concludere queste riflessioni “in morte” di Rossana Rossanda.
Si può solo sperare che nella mente degli italiani si risvegli un barlume di coscienza. Che nel Parlamento e nel Paese si comici a nutrire e ad esprimere un po’ di rispetto verso le persone che si sono impegnate nell’attività delle istituzioni repubblicane. E ciò mentre queste persone sono ancora “in vita”.
Mogliano Veneto, 30 settembre 2020
Giorgio Pizzol