Ritratto di Adelio Terraroli, scomparso a Brescia il sei marzo all'età di 89 anni
di Franco Tolotti
Adelio Terraroli nasce il 24 luglio 1931, da famiglia operaia, in un quartiere popolare di Brescia. L’ingegno brillante e le sollecitazioni della sua insegnante di lettere convincono la famiglia alla impegnativa scelta di iscrivere Adelio al Liceo Classico, frequentato con ottimi risultati, tanto da ottenere la borsa di studio per l’accesso al prestigioso collegio universitario Ghislieri di Pavia.
Dopo la laurea in Giurisprudenza inizia il suo impegno politico nel PCI, dapprima come funzionario in Valle Camonica poi, nel 1960, come segretario provinciale. Nello stesso anno diventa consigliere comunale a Brescia, incarico che mantiene fino al 1970.
I buoni risultati ottenuti alla guida del partito gli aprono la strada per l’elezione alla Camera: nella quinta legislatura, dal ’68 al ’72, è segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera, membro delle commissioni Lavori pubblici e Interni, primo firmatario della leggere istitutiva delle Comunità Montane e relatore di minoranza della legge che nel 1970 istituisce, per iniziativa di Luigi Zamberletti, la Protezione Civile; nella sesta, dal ’72 al ’76 è componente della commissione Finanze e della Giunta per l’esame delle domande di autorizzazioni a procedere; infine, nella settima legislatura, dal ’76 al ’79, fa parte della Commissione Agricoltura.
Dal 1980 al 1990 la sua attività politico-istituzionale prosegue come consigliere regionale (nel primo mandato, fino al 1985, è a capo del gruppo consiliare del PCI lombardo). Come già aveva fatto in parlamento, si distingue per le iniziative legislative in materia di salvaguardia e tutela del territorio e si occupa di caccia (attività tradizionalmente diffusa nel bresciano); nella discussione sulla riforma della sanità lombarda, sostiene con forza la necessità di evitare lo scorporo degli ospedali dalle USL di riferimento.
Concluso l’impegno politico, assume la presidenza del Co.Re.Co della Lombardia, incarico che lascia nel 1996.
“Amendoliano” per sua stessa definizione, Terraroli è stato tra le intelligenze più lucide e autorevoli della sinistra e della politica bresciana; sostenitore della nascita del PDS, ne ha seguito vicende e trasformazioni fino alla formazione del Partito Democratico; nel 2017 ha aderito ad Articolo Uno.
Il nome di Adelio Terraroli è inscindibilmente legato alla tragica vicenda di Piazza della Loggia: la mattina del 28 maggio 1974, nella manifestazione indetta dai sindacati e dal Comitato unitario antifascista, avrebbe dovuto essere uno dei due oratori, ma glielo impedì lo scoppio della bomba, che causò tanta morte e devastazione.
Adelio ha ripercorso la sua storia personale e la sua passione politica in «Pci, lotte operaie, trasformazioni sociali. Brescia negli anni Sessanta e Settanta», libro da lui pubblicato nel 2004 e presentato a Brescia con l’intervento, tra gli altri, di Giorgio Napolitano e Mino Martinazzoli.
Nel 2018 Brescia gli ha reso omaggio conferendogli, per mano del Sindaco Emilio Del Bono, la medaglia del Grosso d’oro.