Pubblichiamo la dichiarazione del presidente dell'Associazione ex Parlamentari, on Peppino Gargani (foto), sulla sentenza di appello del Consiglio di Garanzia del Senato che dichiarerebbe illegittimo il ricalcolo retroattivo dei vitalizi e la validità temporanea della delibera 6/2018. La sentenza non è ancora disponibile nè ufficialmente nota e si è saputo della sua esistenza stamani da un articolo pubblicato sul sito di Repubblica.
Ecco il comunicato-stampa con la dichiarazione dell'on. Gargani, diffuso dall'Associazione nel pomeriggio di oggi, 07 luglio 2023:
COMUNICATO STAMPA
DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE EX PARLAMENTARI
L’Associazione degli Ex Parlamentari della Repubblica esprime profondo rispetto per la decisione del Consiglio di Garanzia di secondo grado che il Senato ha adottato per i vitalizi degli ex senatori, la quale in sostanza conferma la sentenza adottata qualche anno fa dalla Commissione contenziosa di primo grado che a suo tempo era stata emanata, formata da senatori e giuristi di chiara fama.
Non siamo di fronte a una decisione politica ma a una sentenza di un “tribunale” accettato da tutti che ha dichiarato illegittima in due gradi di giudizio la delibera di applicazione retroattiva del metodo contributivo per i vitalizi.
E vale la pena ricordare, che la decisione è stata adottata da “giudici”, perché tali sono considerati i componenti dei “Comitati di Garanzia” all’interno del Parlamento, ( si chiamano per questo di “garanzia”) che hanno naturalmente deciso secondo le norme della nostra Costituzione e delle leggi, e quindi hanno garantito la legalità.
La sentenza ha riconfermato il principio elementare che nessun cittadino può essere penalizzato per il passato, per un periodo precedente, e la Corte Costituzionale ha stabilito che, in misura del tutto temporanea ed eccezionale può essere ammessa una riduzione di qualunque stipendio e di qualunque indennità per un massimo di tre anni; tant’è che le cosiddette “pensioni d’oro”, che il Parlamento aveva ridotto per un periodo di cinque anni, sono state ricondotte e una riduzione per soli tre anni dalla stessa Corte Costituzionale.
È stato ristabilito lo “stato di diritto” perché la legittima aspettativa che ogni cittadino ha deve essere rispettata e quindi non vi può essere sul piano giuridico, istituzionale e umano una penalizzazione per il passato.
In ogni caso è doveroso da parte dell’Associazione precisare anche le cifre che si riferiscono al merito della decisione, osservando che quelle che sono state divulgate non sono veritiere, poiché il Senato negli anni di vigenza della delibera (dal gennaio 2019 all’ottobre 2023) ha risparmiato poco meno di 6 milioni all’anno, pari a poco più dell’8% del monte vitalizi, e non 40 milioni l’anno come è stato scritto. La delibera infatti era stata già modificata nel 2022, riconoscendo parzialmente le ragioni dei ricorrenti, con l’effetto di portare il risparmio del Senato dal 35% all’8% del monte vitalizi (vale a dire da 20 a 6 milioni). L’Associazione spera che lo stesso Senato preciserà i dati di cui si tratta in questa lunga vicenda.
Roma, 07 luglio 2023