Pubblichiamo la posizione adottata dall'Ufficio di Presidenza dell'Associazione degli ex Parlamentari sulla sentenza parziale 2/2020 del Consiglio di Giurisdizione della Camera dei Deputati sui ricorsi contro il ricalcolo retroattivo dei vitalizi.
L’ufficio di Presidenza dell’Associazione ex parlamentari, riunitosi il 29 aprile 2020 in videoconferenza per valutare la sentenza del Consiglio di giurisdizione, dopo un lungo e approfondito dibattito, ha approvato all’unanimità il seguente documento:
"L’Associazione esprime un giudizio nettamente negativo sulla sentenza parziale n. 2/2020/CG in risposta ai ricorsi degli ex Deputati contro la rideterminazione contributiva dei vitalizi, perché essa ignora le questioni di illegittimità costituzionale che sono alla base dei ricorsi demandando in maniera surrettizia all’ufficio di Presidenza decisioni caso per caso.
I ricorrenti faranno formale ricorso avverso un pronunciamento privo di collegamento giuridico con le questioni sollevate dai ricorsi, che giustifica la “parzialità” su motivazioni inconsistenti, traducendosi in un rinvio sine die della decisione sulle questioni preliminari di legittimità costituzionale, senza, peraltro, dare nemmeno una risposta immediata e concreta alle richieste di sospensiva dei 147 ricorrenti in particolare stato di necessità che la sentenza pretenderebbe di tutelare.
Il Consiglio di giurisdizione tenta di giustificare l’ingiustificabile rinvio del pronunciamento sui vizi di legittimità costituzionale denunciati dai ricorsi con il pretesto di acquisire dati sull’entità dei tagli effettuati e sull’età dei ricorrenti, dati già noti e disponibili da più di un anno e mezzo. Ciò dimostra, con clamorosa evidenza la volontà di non decidere.
Ancor più grave e assurda è la decisione di subordinare, in termini temporali e logici, il pronunciamento sulle questioni di costituzionalità accantonate, alle decisioni che l’Ufficio di Presidenza, a cui è stata concessa una discrezionalità amplissima, prenderà in rapporto alle istanze di mitigazione dei tagli che verranno presentate.
In sostanza, rimettere la decisione sulle questioni principali proposte dai ricorsi, di nuovo, allo stesso organo della Camera dei deputati che ha deliberato il taglio illegittimo dei vitalizi, significa venir meno ai doveri che l’organo giurisdizionale ha e incrina fortemente la terzietà del giudice.
I “giudici”, peraltro, non hanno nemmeno avuto il coraggio di dare immediata applicazione alla decisione assunta di cancellare le norme più scandalose relative a situazioni di basso reddito e di malattia, concedendo la sospensiva cautelare ai 147 ricorrenti che ne avevano fatto richiesta.
Tutto, invece, è stato rimesso nelle mani dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati, costringendo quanti vorranno presentare istanza di riduzione dei tagli per ragioni di reddito, di salute o di grave compromissione delle condizioni di vita, alla pratica umiliante e offensiva di mettere in piazza i propri problemi personali e familiari.
Si tratta di una decisione inaccettabile perché trasforma diritti in elemosine e anche offensiva per la dignità di quanti hanno speso una parte della loro vita al servizio della democrazia e delle istituzioni rappresentative.
L’Associazione ha portato avanti la difesa di questi principi irrinunciabili per difendere il ruolo del parlamentare e del Parlamento e per affermare la legalità costituzionale. Per tali ragioni, presenteremo al Presidente della Camera un documento per contestare in maniera autentica la sentenza elusiva e illogica del CG e per proporre, nell’applicazione delle misure di mitigazione in essa previste, principi e criteri coerenti e oggettivi, cui riteniamo dovrebbe attenersi una ragionevole revisione della delibera 14/2018, di cui continuiamo a contestare per intero la legittimità costituzionale."