Rebus finanziamento della politica. Il M5s cambia le proprie regole e dopo avere usato come una clava politica la parziale rinuncia a indennità e a rimborsi da parte dei propri parlamentari (da destinare al finanziamento di buone cause civiche) e decide di incamerare le donazioni degli eletti per finanziare il Movimento (nella foto, Giuseppe Conte). La cosa è degna di nota proprio per l'uso che è stato fatto di questa identitaria bandiera anti-casta che ora viene sostanzialmente ammainata. Pubblichiamo sull'argomento un'analisi de La Stampa, articolo che, tra l'altro, ridimensiona di molto un tema che va per la maggiore sui quotidiani di questi giorni, ovvero la presunta pretesa del M5s di ottenere una quota dell'Indennità di fine mandato (tfr) da Luigi Di Maio & co che lasciarono il M5s alla fine della passata legislatura e che non sono stati rieletti. Ecco l'articolo:
x- Niccolò Carratelli - La quota di stipendio trattenuta ora verrà usata per l'attività politica. Addio beneficienza. Il M5s non dona più i soldi dei parlamentari. Sul Tfr c'è lo sconto per i non rieletti. Ma sfuma l'ipotesi di chiederlo a Di Maio - La Stampa, 09dic22:
